Lega Antipredazione: COMUNICATO STAMPA - Il trapiantista Ignazio Marino cavalca "Rethinking brain death" di Truog 20 anni dopo
Lega Antipredazione: COMUNICATO STAMPA - Il trapiantista Ignazio Marino cavalca "Rethinking brain death" di Truog 20 anni dopo
23 ottobre 2009
Inserito da: Lorella Binaghi
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LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI E
LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO STAMPA
ANNO XXV - n. 15
21 Ottobre 2009
IL TRAPIANTISTA IGNAZIO MARINO CAVALCA
“RETHINKING BRAIN DEATH” DI TRUOG
20 ANNI DOPO
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Sent: Thursday, October 22, 2009 11:04 AM
Subject: COMUNICATO STAMPA Il trapiantista Ignazio Marino cavalca
"Rethinking brain death" di Truog 20 anni dopo
Ignazio Marino liquidato dal gotha trapiantistico, fa il politico e cavalca
a Viareggio (27/09/09) il lavoro scientifico di R. Truog e J. Fackler del
1992 “Rethinking Brain Death – another point of view”
(Revisione della Morte Cerebrale - un altro punto di vista) Critical Care
Medicine, Harvard Medical School vol. 20, No.12 1992, che fin da allora
rendeva noto a tutto il mondo scientifico che “molti pazienti oggi
diagnosticati in 'morte cerebrale' non soddisfano il requisito base della
cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo”.
Tale importante “antico” documento noto anche in Italia in
quanto tradotto, stampato e diffuso in oltre 5 mila copie dalla Lega
Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente,
nonché consegnato alla Commissione Affari Sociali ripetutamente
nelle udienze a noi riservate, è stato ignorato sia dalla
Commissione, sia con ogni evidenza da quel Ignazio Marino, che nel
frattempo soggiornava a Pittsburgh e non poteva non essere al corrente.
Quindi non c'è da cantar vittoria, come fanno i giornalisti che
incensano in tutta fretta, senza capire il gioco sommerso, trasformando un
“pluriomicida legalizzato” in un santo solo perché
riesuma un documento scientificamente valido nella condanna dei protocolli
attuali di accertamento di “morte cerebrale” imposti dalla
legge, ma all'un tempo pericolosissimo nelle intenzioni dell'autore e
“nelle mani” di Marino.
Giacché senza memoria non c'è conoscenza, ricordiamo:
1973 Marino si iscrive a medicina all'Università Cattolica
(RM) determinato a fare il chirurgo e a occuparsi di trapianti, a suo dire
perché voleva soluzioni immediate ai problemi.
1983 - 1992 è assistente universitario al Policlinico
Gemelli, ma frequenta i centri di trapianto a Cambridge, dove pratica
espianti, e a Pittsburgh.
1992 Diventa Co-Direttore del National Liver (fegato) Transplant
Center del Presbyterian Hospital di Pittsburgh, dove pratica espianti e
trapianti di fegato a piene mani sotto Thomas Starzl. Espianta sovente
individui coinvolti in sparatorie nella vicina Newark.
1992 e '93 fa parte del team che ha effettuato due trapianti di
fegato da babbuino ad uomo. Si tratta di interventi sperimentali. Dice
“I volontari che si erano offerti erano persone affette da gravi
malattie in fase terminale che avevano ancora pochi mesi di
vita”(!!!) e si giustifica dei fallimenti così:
“..avevamo trapiantato moltissimi ratti utilizzando il fegato dei
criceti, e diversi cani con il fegato dei maiali per valutare la reale
efficacia dei farmaci antirigetto”.
1995 Da Pittsburgh pubblica su Leadership Medica l'articolo
“Il donatore multiorgano: aspetti organizzativi e di
trattamento”, da cui stralciamo: “La somministrazione di
anestetici generali è necessaria per controllare la reazione del
simpatico che si manifesta durante l'intervento chirurgico (d'espianto
ndr)... con tachicardia, ipertensione, sudorazione e movimenti
involontari... delle braccia e delle mani verso il corpo che possono essere
di ostacolo alla procedura chirurgica, rendendo necessaria la
somministrazione preventiva di farmaci curarizzanti (paralizzanti
ndr)”. Evidentemente la denuncia di R. Truog a quel tempo non lo
aveva ancora “folgorato” perché gli avrebbe ostacolato
la carriera.
1995 Cova già il progetto per la fondazione dell'ISMETT
Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad alta specializzazione
per lo sviluppo del business trapiantistico, sia da cosiddetti morti
cerebrali che da donatori viventi, nell'area del mediterraneo (era appena
passata la legge della morte cerebrale 578/93 con DPR 582/94 e in Italia si
prevedevano espropri facili).
1997 L'Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta
Specializzazione nasce da una partnership internazionale pubblico/privata
tra gli ospedali palermitani Civico e Cervello ed il Centro Medico
dell'Università di Pittsburgh (Upmc Healthy System). Il progetto per
la creazione di un centro trapianti multiorgano è stato pianificato
nel 1996 e avviato nel 1997, finanziato dalla Regione Sicilia, dal
Ministero della Sanità, oltre che fortemente sostenuto dal Comune di
Palermo. La trattativa viene sviluppata dal prof. Ignazio Marino, quale
legale rappresentante e direttore dell'Ismett S.r.l.. E' lui che apre il
mercato italiano agli americani, all'Upmc uno dei più importanti
provider sanitari del mondo, leader del settore trapianti, che dà
lavoro a 50.000 persone con un giro d'affari di 5,6 miliardi di euro, che
pone le condizioni: “I costi … saranno responsabilità
esclusiva dell'Italia. L'Upmc provvederà alla consulenza e
supervisione sia per la costruzione dell'edificio che per la scelta delle
apparecchiature”. Per quel compito di supervisore sarà pagato
a gettito miliardario.
Nell'Ismett S.r.l. i due ospedali (Civico e Cervello) hanno un
rappresentante per uno, mentre l'Upmc - University of Pittsburgh Medical
Center, ha tre suoi uomini, compreso il direttore I. Marino. Il verbale
dell'accordo per la realizzazione dell'Ismett è firmato il 18 aprile
'07 alla presenza del Cardinale Salvatore Pappalardo e del Ministro della
Sanità Rosy Bindi.
1999 La polemica si scatena sulla stampa perché l'Ismett ha
affidato al socio americano la gestione pagando una “parcella”
di 9 milioni di dollari all'anno per 9 anni (da rinnovare per altri 9)
partendo dal '97, più un “compenso per caso trattato”,
compreso il progetto esecutivo “chiavi in mano”, messo a punto
oltreoceano, ed a Palermo affidato al manager di Provenzano per l'importo
complessivo di 98 miliardi di lire. Qualcuno parla di mafia italoamericana.
Si contestano i 50 miliardi già pagati senza aver fatto neppure un
trapianto e così fluiscono decine di miliardi degli italiani verso
gli USA.
2001 Presso l'Ismett Marino esegue un trapianto di rene da vivente
su paziente sieropositivo. Segue lettera di censura del Centro Nazionale
Trapianti e del Ministro della Sanità Sirchia per aver contravvenuto
alle decisioni della Consulta Tecnica Nazionale, con la quale si contesta
una sperimentazione non autorizzata. Marino si contrappone, forte dell'Upmc
e dei protocolli di Pittsburgh.
2002 L'allontanamento di Marino dalla direzione dell'Ismett e da
tutte le posizioni presso l'Upmc University di Pittsburgh, e sue sedi
mondiali, nonché dal Centro Nazionale per i Trapianti Italiano
è da ricercarsi tra l'altro nelle ripetute richieste di rimborso
spese presentate in doppio sia all'Upmc di Pittsburgh sia alla filiale
italiana. (La lettera di liquidazione dell'Upmc è stata recentemente
resa di dominio pubblico da Il Foglio). Il 6 settembre Marino rassegna le
dimissioni.
2003 Dopo l'allontanamento da Pittsburgh-Upmc diventa professore di
chirurgia alla Thomas Jefferson University di Philadelphia. Esaltandone
l'organizzazione dei trapianti, scrive su La Repubblica (29/05/03)
“l'obiettivo finale è quello di arrivare a 'normalizzare'
la donazione degli organi considerandola come un atto quasi scontato, un
dovere dei cittadini verso la collettività”. Di costoro esalta
“le strategie di frontiera per incrementare il numero dei donatori...
Queste strategie vanno dall'utilizzo di donatori anche a cuore non battente
(ma trattati con anticoagulanti prima della morte attesa ndr), al prelievo
da donatori anziani (fino a 85 anni), alla donazione da vivente (cosciente
ndr), ecc”. E questo sarebbe un laico?
2006 Il salvataggio di Marino arriva da Massimo D'Alema e dalla sua
Fondazione Italianieuropei garantendosi la candidatura e l'ascesa al
Parlamento italiano. Quel D'Alema che, in qualità di presidente del
Consiglio dei Ministri, nel 1999 firmò insieme ad Oscar Luigi
Scalfaro la Legge 91 detta del silenzio-assenso per promuovere il prelievo
d'organi e tessuti.
Il Sen. Marino fino all'aprile 2008 presidente della Commissione Igiene e
Sanità e attualmente presidente della Commissione d'inchiesta
sull'efficienza del Servizio Sanitario, giustifica l'omissione del Decreto
attuativo (L.91/99) sulla manifestazione di volontà a favore o
contro il prelievo di organi, adducendo la scusa che “risulta costoso
… 10 euro a notifica...” impedendo di rendere operativa la
scelta.
Invece compila l'illecita tessera promossa dall'EPAC per la donazione di
organi (soprattutto fegato) e del 5 per mille, che circola come propaganda
con la sua foto e la scritta “Presidente della XII Comm. Igiene e
Sanità”.
2008 Marino presenta il Disegno di legge (S10) Norme per la
dichiarazione anticipata di trattamento..., in realtà un
provvedimento pieno di tranelli, inclusa tra le altre la
“donazione del corpo, di organi e tessuti a scopo di trapianto,
ricerca o didattica”, dove la libertà è già
conculcata con il solito artificio delle parole “dopo la
morte”, senza la precisazione “morte cerebrale”.
Sfruttando la superficialità del movimento in rete, lancia un
appello il 24.11.2008 per il diritto alla libertà di cura,
escludendo però il diritto di opposizione alle indagini invasive e
dannose per la dichiarazione autoritaria di morte cerebrale emessa in 6
ore.
Pubblica un libretto fuorviante per studenti “Idee per diventare
chirurgo dei trapianti” dove insegna che il prelievo è da
donatore “cadavere” e da “persone decedute”,
rafforzando il falso con queste parole: “la perdita irreversibile
di tutte le funzioni cerebrali corrisponde alla morte della persona...
quando il cervello muore, anche se il cuore batte l'individuo è
morto”.
2009 Viareggio: cosa succede al “Festival della Salute”?
Anche Marino folgorato come S. Paolo sulla strada per Damasco? Dopo decenni
di espianti a cuore battente, da lui spacciati per prelievo da
“cadavere” fino al giorno prima (la casistica indica oltre 650
trapianti), all'improvviso dichiara che “i criteri attualmente in uso
per stabilire la morte cerebrale sono troppo rigidi bisogna rivederli in
modo di tener conto della pratica clinica” e auspica con Truog ed
altri una revisione della morte cerebrale “meno rigida”
(?). Cosa significhi lo spiega R. TRUOG nel sommario del lavoro del 1992:
“Conclusioni: la morte cerebrale è un concetto di morte
valido, perché equivale a perdita permanente della coscienza. I
criteri della morte cerebrale dovrebbero quindi essere basati sulla
diagnosi della perdita permanente della coscienza piuttosto che sulla
perdita delle funzioni vegetative del cervello. Occorrerebbe esaminare la
possibilità di rivedere la nostra attuale definizione di morte
cerebrale riferita a “tutto il cervello”, sostituendola col
criterio di “cervello superiore (higher brain)”.
Non di rimozione della 'morte cerebrale' quindi si tratta, ma di estensione
del potere medico sulla valutazione della coscienza in termini di morte.
Dalla padella alla brace. Cosa potevamo aspettarci da Marino! Il rifiuto
dell'idratazione e della nutrizione forzate non deve cercare
giustificazioni di morte cerebrale per la sospensione. Questi pazienti in
coma vegetativo hanno il legittimo diritto costituzionale ed umano di
rifiutare qualsiasi tipo di trattamento perché non sono cavie al
servizio della perimentazione coatta.
“NELLE TUE MANI” … si salvi chi può!
Presidente
Nerina Negrello
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