SARDEGNA 1.771.000 ABITANTI A RISCHIO DI ESPIANTO
SARDEGNA 1.771.000 ABITANTI A RISCHIO DI ESPIANTO
3 ottobre 2009
Inserito da: Lorella Binaghi
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LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI E
LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO STAMPA
ANNO XXV - n. 13
30 Settembre 2009
SARDEGNA 1.771.000 ABITANTI A RISCHIO DI ESPIANTO
Parte la campagna “Donare insieme 2009”, al grido
però dell'“armiamoci e...partite” cioè
dell'incoerenza della classe dirigente. Infatti medici, politici e loro
familiari si tengono ben stretti i loro organi e speculano su quelli dei
commercianti, agricoltori, camerieri, casalinghe e .., tenuti di proposito
nell'ignoranza sulle condizioni dell'espianto (eseguito a cuore battente e
sangue circolante), dicendo falsamente che il prelievo di organi è
“dopo la morte”, ben sapendo che il cittadino per Morte intende
la morte vera in arresto cardiocircolatorio e respiratorio. Menzogna che
serve a sviluppare il redditizio mercato della chirurgia sostitutiva.
Piangono le autorità sanitarie perché non ci sono abbastanza
organi, come se crescessero sugli alberi. Auspicano forse più
incidenti, più lesioni cerebrali, più organi, più
trapianti, più sperimentazioni, più finanziamenti pubblici,
più guadagni, più mercato?
Lo spot “Chi salva la vita salva il mondo intero”,
partorito dalla mente del direttore generale uscente dell'ospedale Brotzu,
30 secondi in tv e radio (nonché inserzioni sui giornali e altro),
echeggerà ovunque ossessivo pronunciato in 10 versioni da volti noti
e semi noti di comici, miss e atleti in cerca di notorietà che
colgono qualsiasi occasione, senza remore morali, per non scomparire nel
mare magnum dei dimenticati. Pare proprio che politicanti e trapiantisti
della sanità sarda abbiano preso lezioni da Brumat fondatore
dell'Aido che scriveva già nel 1996 “Non trascuriamo una
caratteristica del popolo italiano -in particolare dei giovani- che
è quella di mitizzare campioni dello sport, cantanti, attori e
talvolta anche qualche personaggio della vita pubblica. Perché non
sfruttare questa 'debolezza umana' che spesso diventa passione,
delirio?”. Gli fa eco l'assessore alla sanità “Sappiamo
che mostrare i volti sorridenti dei trapiantati è molto
importante”. Poveri, gli tocca di sorridere! Quindi 1.771.000
abitanti della Sardegna saranno ancor più ingannati dalla
sanità pubblica e dai pubblicisti.
Domandiamo all'ex direttore sanitario del Brotzu, ora consigliere regionale
riformatori sardi, che con orgoglio afferma di aver lanciato “con
qualche scelta spericolata” alla fine degli anni '80 il programma dei
trapianti, se ci può dire qualcosa sul caso Uras. Allora i giornali
scrissero: “L'espianto bloccato (dal giudice) il 1 giugno '90 sul
corpo di Maria Agnese Uras, 13 anni, coinvolta in un tragico incidente
stradale alla periferia di Ollastra Simaxis nell'Oristanese era stato
deciso con troppa fretta. Il responso dei periti è quasi
agghiacciante, tenuto conto che la 'morte clinica' (ndr cerebrale)
prospettata dai medici dell'ospedale era una forzatura. I tre esperti.....
sostengono che in quelle fatidiche ore il cervello di Maria Agnese
funzionava regolarmente: 'Nessuna traccia di lesioni cerebrali
primitive'”. Come è andata a finire la denuncia dei familiari?
Queste sono le cose che si devono dire ai cittadini.
Capiamo le preoccupazioni del Coordinatore regionale dei prelievi per la
scarsità delle donazioni, evidentemente teme di perdere i fondi,
dato che la Legge 91/99 all'art. 16 comma 2 dice chiaramente che
verrà “revocata l'idoneità a quelle strutture che
abbiano svolto nell'arco di un biennio meno del 50% dell'attività
minima prevista dagli standard del Ministero della
Sanità”.
Presidente
Nerina Negrello

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