C'E' UNA VIOLENZA SANITARIA RISERVATA ALLE DONNE E AI NEONATI
ANCOR PIU' GRAVE DELLE "VIOLENZE SESSUALI"
C'E' UNA VIOLENZA SANITARIA RISERVATA ALLE DONNE E AI NEONATI
ANCOR PIU' GRAVE DELLE "VIOLENZE SESSUALI"
7 Marzo 2009
Inserito da Lorella Binaghi
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8 marzo 2009
C'E' UNA VIOLENZA SANITARIA RISERVATA ALLE DONNE E AI NEONATI
ANCOR PIU' GRAVE DELLE "VIOLENZE SESSUALI"
DONNE GRAVIDE IN COMA SENZA DIRITTI
Nelle gravide colpite da ictus i medici antepongono il feto alla salute
della donna. Per queste donne non si tenta alcun intervento di chiusura
dell'aneurisma e drenaggio dell'emorragia, come si dovrebbe fare per
chiunque colpito da ictus. Non vengono praticati aborti terapeutici, ma al
contrario vengono tempestivamente dichiarate in “morte
cerebrale”, tenendole vive per il solo ed unico scopo di studio sulla
riproduzione umana, indifferenti alla di lei e di lui sofferenza. E torna
la vecchia criminale prassi dove i medici decidono se far vivere la donna o
il feto. Con quale stratagemma? La dichiarazione di “morte
cerebrale” imposta d'autorità. Questo inganno, usato anche in
neonatologia, ha riportato la donna a “contenitore senza
diritti”.
Volgari prelati le definiscono “incubatrici naturali” o, colmo
della misoginia, “cadaveri caldi” ma, per il fatto stesso che
portano avanti una gravidanza ne deriva una certezza: sono vive.
Torturate per giorni o mesi, sottoposte a taglio cesareo, finite con
l'espianto a cuore battente: dove sono le altre donne? Impegnate nelle pari
opportunità? Questo trattamento è stato riservato a:
Elisabetta D., Maria Grazia R., Paola D.M., Maurizia B., Gabriella R.,
Elena Z. e altre ancora. Meditecnica e Chiesa hanno prodotto una dittatura
sanitaria che ci riduce a cavie sotto lo slogan “salvare la vita del
bambino”.
“Bimba nasce due giorni dopo la morte della madre” (Il Mattino
13.1.2009 sezione Scienza): ma non vi sentite prese in giro?
CORDONE OMBELICALE: PREDATI DALLA NASCITA
Nelle sale parto dall'ottobre 2004 hanno predisposto un sistema organizzato
per la predazione del sangue dal cordone ombelicale.
Gli serve sangue fresco per le staminali da stoccare nella banca del sangue
placentare (Milano Cord Blood Bank attiva dal 1993) ovviamente sotto
l'egida del “salvare le vite”. Il bambino è il solo
legittimo proprietario di quel sangue ossigenato. La teoria vorrebbe che si
tagliasse il cordone solo dopo l'assecondamento, la prassi invece è
violenta: come il bambino comincia a respirare, tagliano, e si appropriano
di quel circa 30% di sangue che resta nel cordone ombelicale e nella
placenta. Tale rapidità è accentuata per la raccolta delle
cellule staminali. Le madri si lasciano turlupinare dalle “buone
maniere” delle ostetriche e dei medici, che mimetizzano
l'attività predatoria dei coordinatori dei trapianti che gestiscono
anche il sangue.
Queste madri improvvide rendono i loro figli donatori forzati. Sollecitate
prima con l'illusione di poter tenere parte del cordone per eventuali cure
al figlio, ricattate con la clausola vessatoria: “cordone a
disposizione solo se a metà con lo Stato (L. Turco)”.
Alla madre già sfinita dal parto tolgono anche il sangue venoso e
dovrà sottoporsi ad altri prelievi per controlli.
Ma perché le donne non sanno difendere né sé stesse
né i loro figli?
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